La cascina, Venezia, Geremia, 1756

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Cortile.
 
 La LENA, la CECCA, PIPPO e BERTO, ciascheduno portando de’ cesti sul capo e sulle spalle con cacio, burro e ricotte, cantando, caminando e riponendo i cesti
 
 tutti
 
540   Oh bella la campagna,
 oh cara libertà;
 al bosco, alla montagna,
 quando si vuol, si va.
 
    Chi gira di qua,
545chi gira di là.
 
    Oh bella la campagna,
 oh cara libertà.
 
    E quando alla cascina
 a lavorar si va,
550la sera e la mattina
 in allegria si sta.
 
    Chi gira di qua,
 chi gira di là.
 
    Oh bella la campagna,
555oh cara libertà.
 
 SCENA II
 
 LAVINIA con servi e detti
 
 Lavinia
 Bravi, così mi piace.
 Star in buona armonia;
 ed il tempo passar con allegria.
 Berto
 Eccovi, padroncina,
560quel che nella cascina abbiamo fatto,
 dieci libbre di burro,
 quattro forme di cacio e sei ricotte
 fatte da queste belle giovanotte.
 Cecca
 Le mie saran più buone.
 Lena
565Le mie saran migliori.
 Cecca
                                            Ho buona mano
 nel far le ricottine.
 Lena
 Tutto fo bene colle mie manine.
 Pippo
 Certo, signora sì,
 la Lena è una ragazza che consola;
570tutto fa ben fuor d’una cosa sola.
 Lena
 Taci tu che non c’entri.
 Lavinia
                                            E che ti pare
 ch’ella bene non faccia?
 Pippo
 Domandatelo a lei, la crudelaccia.
 Lavinia
 Ho capito; tu l’ami.
575Ella non corrisponde.
 È ver?
 Pippo
                Signora sì.
 Lavinia
                                      Lena, perché?
 Lena
 Perché vuo’ far quel che mi par a me.
 Lavinia
 Si risponde così? Sai tu chi sono?
 Lena
 Vi domando perdono. (Mortificata)
 Pippo
580Così colla padrona non si parla. (Alla Lena)
 Berto
 Via, non bisogna poi mortificarla. (A Pippo)
 Lavinia
 Ragazze mie, gli è tempo
 che prendiate marito.
 Un qualche buon partito
585ritrovare convien, che vi sia grato.
 Cecca
 Per me, signora, me l’ho ritrovato.
 Lavinia
 Voglio saperlo anch’io.
 Cecca
 Sarebbe il genio mio,
 se voi vi contentate,
590questo giovine qui che voi mirate. (Accenna Berto)
 Berto
 Ed io, se la padrona
 seconda i desir miei,
 questa giovine qui mi prenderei. (Accenna Cecca)
 Lavinia
 Non ha niente in contrario il genio mio,
595siete contenti voi? Lo sono anch’io.
 Pippo
 Ed io, se la padrona
 mi dicesse di sì,
 mi prenderei questa ragazza qui. (Accenna la Lena)
 Lavinia
 Che risponde la Lena?
 Lena
                                            Io non lo so.
 Lavinia
600No, devi dire, o sì.
 Lena
                                    Dirò di no.
 Lavinia
 Ragazzaccia, lo so perché ricusi.
 Qualche amante miglior ti avrà ferita.
 (Sarà del conte Ripoli invaghita). (Da sé)
 Lena
 Io ferita non sono in nessun loco.
 Lavinia
605Perché a Pippo meschin non doni il cuore?
 Lena
 Perché senza del cuor so che si more.
 Berto
 (Pippo mi fa pietà). (Da sé)
 (Guarda che dall’Elisa ei tornerà). (Piano alla Lena)
 Lena
 (Taci tu, menzognero.
610Già so che dell’Elisa non è vero). (Piano a Berto)
 Berto
 (Quanto è furba costei!
 Ma se Pippo foss’io gliela farei). (Da sé)
 Lavinia
 Andate, buona gente,
 tutto a ripor nella dispensa mia.
615Ma con quell’allegria,
 con cui veniste cantuzzando or ora,
 vuo’ che partite e che cantiate ancora. (La Lena, la Cecca, Pippo e Berto, riprendendo le robe loro e cantando una delle suddette strofe, partono)
 
 SCENA III
 
 LAVINIA, poi COSTANZO
 
 Lavinia
 Veramente è un piacere
 lieti mirar questi pastori miei.
620Certo un soggiorno tal non cambierei.
 Costanzo
 Ecco, se a me pur lice
 offrirvi un segno del rispetto mio,
 frutti dell’opra mia vi reco anch’io.
 Lavinia
 Perché cogli altri unito
625non venisti tu ancor, gentil pastore?
 Costanzo
 Perché lieto non ho com’essi il cuore.
 Lavinia
 Che ti afflige?
 Costanzo
                             Non so.
 Lavinia
                                             Parla.
 Costanzo
                                                          Direi...
 Ma già de’ mali miei pietà non spero.
 Lavinia
 Sei amante, meschino. È vero?
 Costanzo
                                                           È vero.
 Lavinia
630Amar non è gran male.
 Hai svelato l’amor?
 Costanzo
                                      Temo un rivale.
 Lavinia
 Questo rival chi è?
 Costanzo
 Un che può più di me.
 Lavinia
 Se innamorato sei,
635posso saper di chi?
 Costanzo
 La mia bella non è lontan di qui.
 Lavinia
 Sa che l’ami?
 Costanzo
                            Nol dissi.
 Lavinia
                                                Il nome suo
 svelami, Silvio.
 Costanzo
                               Ah no,
 che se invano lo svelo io morirò.
 Lavinia
640(Ama! Teme un rival! Sì, l’ho capito.
 Della Lena è invaghito;
 teme un rival nel conte,
 non vuol parlar, ritroso.
 Ma di Lena sarà Silvio lo sposo). (Da sé)
 Costanzo
645(Volessero gli dei
 ch’ella gli affetti miei
 giungesse a penetrar). (Da sé)
 Lavinia
                                             Senti, pastore;
 già ti leggo nel cuore;
 e l’amore e il timor già penetrai;
650fidati pur di me, lieto sarai.
 
    Sarò più che non credi
 pietosa al tuo dolore;
 so che tormenta il core,
 so ch’è tiranno amor.
 
655   In me, Silvio, tu vedi
 amante che delira,
 un’alma che sospira
 d’amore e di timor. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 COSTANZO e PIPPO
 
 Costanzo
 Grazie, superni dei, senza parlare
660m’ha capito Lavinia e se speranza
 hanno gli affetti miei,
 voglio scoprirmi a lei,
 chieder la man, chiedere il cuore in dono,
 che se povero i’ son, vile non sono.
 Pippo
665Silvio, perché non vieni?
 Non far che più alla lunga
 la compagnia ti attenda.
 Ci hanno qui preparato una merenda.
 Costanzo
 Vengo; tornar mi preme
670dalla signora mia... Ma il conte Ripoli
 ora sen vien. (Codesto mio rivale
 non lo posso soffrir). Senti; colui
 vuol far con tutte il bello,
 non lo lasciar entrar. Di già lo sai
675che colla Lena tua fece il grazioso.
 (Non lo lascierà entrar Pippo geloso). (Da sé)
 
    Se amor ti scalda il petto,
 se ti tormenta amor,
 di gelosia il sospetto
680fa’ che t’infiammi il cor.
 
    Non tollerar vicino
 l’aspetto di un rivale
 che il tuo fatal destino
 può peggiorare ancor. (Parte)
 
 SCENA V
 
 PIPPO, poi il conte RIPOLI
 
 Pippo
685Finché ci siamo noi non passerà.
 Colla Lena il grazioso oggi non fa.
 il Conte
 La padrona dov’è?
 Pippo
                                     Nol so. (Con disprezzo)
 il Conte
                                                    Non era
 ella poc’anzi qui?
 Non si risponde a un cavalier così.
 Pippo
690Ho detto ch’io non so dov’ella sia
 né per questo vi dissi una bugia.
 il Conte
 A rintracciarla andrò! (In atto di partire)
 Pippo
 Per ora non si può. (L’arresta)
 il Conte
                                      Come! Perché?
 Pippo
 Chi vuol vederla ha da parlar con me.
 il Conte
695Suo custode sei tu?
 Pippo
                                      Io son chi sono.
 il Conte
 Così parli con me?
 Pippo
                                     Così ragiono.
 il Conte
 Vattene, temerario. (Vuol passare)
 Pippo
                                        Eh non andate. (L’arresta)
 il Conte
 A me un vile pastor?
 Pippo
                                         Qui non passate.
 il Conte
 V’anderò tuo malgrado.
 Pippo
                                              Sì, domani.
 il Conte
700Questa spada...
 Pippo
                               Badate; ho anch’io le mani. (Lo minaccia col bastone)
 il Conte
 (Dice davver costui). (Da sé)
 Ha forse comandato
 che non vada nessun ne’ quarti suoi?
 Pippo
 Tutti ci ponno andar, fuori che voi.
 il Conte
705Perché?
 Pippo
                  Perché l’è noto
 che le villane anch’esse
 hanno dal cavalier le grazie istesse.
 il Conte
 (Se gelosa è di me, dunque m’adora).
 Voglio scolparmi. (In atto di andare)
 Pippo
                                    Non si va per ora.
 il Conte
710Tu impedirlo potrai?
 Pippo
                                         L’impedirò.
 il Conte
 Tal coraggio con me? (Vuol avanzarsi)
 Pippo
                                          Coraggio avrò. (Si mette in difesa)
 il Conte
 (Vi va con un villano
 la mia riputazione,
 mi fa un po’ di paura il suo bastone). (Da sé)
 
715   D’un cavalier mio pari
 non provocar lo sdegno.
 Sai tu chi sono, indegno?
 Sì, ti farò tremar.
 
    Trema del conte Ripoli
720che ha trentasette titoli,
 che ha un marchesato in Bergamo,
 che ha un principato in Napoli,
 che sino negli antipodi
 sentesi nominar.
725Sì, ti farò tremar.
 
    (Maledetto quel bastone.
 Non mi vuo’ precipitar). (Parte)
 
 SCENA VI
 
 PIPPO solo
 
 Pippo
 Manco mal, se n’è andato.
 Ora che m’ho spicciato
730da questa graziosissima faccenda
 voglio andare a merenda. Oh se potessi
 volentier mangierei
 della Lena gentil quegli occhi bei. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 Camera in casa di Lavinia con tavola apparecchiata per dar la merenda ai pastori.
 
 La LENA, la CECCA, BERTO e due servitori
 
 Berto
 Pippo ancora non viene?
735Che vuol dir la tardanza?
 Cecca
 S’egli non ha creanza,
 suo danno; mangieremo
 noialtri in compagnia.
 Lena
 (Mi dispiace davver che non ci sia). (Da sé)
 Berto
740Facciam quel che volete;
 di mangiar, d’aspettar padrone siete.
 Cecca
 Lena, che dici? Vuoi che l’aspettiamo?
 Lena
 Che m’importa di lui?
 Cecca
                                            Dunque mangiamo.
 Berto
 A tavola, ragazze,
745godiam della padrona
 l’amor, la cortesia,
 principiamo a mangiar con allegria. (S’accosta alla tavola)
 Cecca
 Andiamo. (Alla Lena) D’appetito anch’io sto bene. (S’accosta alla tavola)
 Lena
 Eccomi. (Quel briccone ancor non viene). (Da sé. S’accosta alla tavola)
 Berto
750In questa stanza oscura
 non ci si vede niente.
 Ehi fateci il piacere,
 portate un lume; ci vogliam vedere. (Ad un servitore da cui vengono recati i lumi)
 Abbiamo caminato,
755abbiamo faticato
 e prima di mangiare
 un po’ la gola ci convien bagnare.
 Tenete, ragazzotte,
 bevere ci conviene
760alla salute di chi ci vuol bene. (Versa a ciascheduno un bicchier di vino)
 a tre
 
    Viva Bacco, autor del vino.
 Viva Amor ch’è un bel bambino,
 viva Bacco, viva Amor
 che consola il nostro cor.
 
 SCENA VIII
 
 PIPPO e detti
 
 Pippo
765Bravi, buon pro vi faccia;
 e Pippo non si aspetta.
 Cecca
 Son due ore che siamo in questa stanza.
 Lena
 E Pippo non ha niente di creanza.
 Pippo
 Le solite finezze della Lena.
 Berto
770Hai sete? Vuoi tu bere?
 Pippo
                                              (Ingrata!) Sì. (A Berto)
 Berto
 Ecco un bicchier di vin.
 Pippo
                                              Portalo qui.
 Berto
 Eh qua vieni ancor tu.
 Pippo
                                           Non vuo’ sedere.
 Berto
 È in collera con te, Lena.
 Lena
                                               Ho piacere.
 Berto
 Ecco, se così vuoi,
775ti voglio soddisfare. (S’alza e presenta il bicchiere a Pippo)
 Ma bever non si dee senza cantare.
 Pippo
 Sì sì, cantiamo pure.
 Sono allegro e contento.
 (Voglio nasconder il dolor ch’io sento). (Da sé)
 Pippo, Berto a due
 
780   Caro Bacco il cuor consola,
 dal mio sen le pene invola.
 Viva Bacco, viva Amor
 che consola il nostro cor.
 
 Cecca, Lena a due
 
    Bel piacere, bel contento
785che nel seno entrar mi sento.
 Viva Bacco, viva Amor
 che consola il nostro cor.
 
 a quattro
 
    Tutti quanti in compagnia
 su cantiam con allegria.
790Viva Bacco, viva Amor
 che consola il nostro cor. (Berto e Pippo cantando s’accostano alla tavola. Berto presso la Cecca, Pippo presso la Lena)
 
 Pippo
 Lena crudele, abbi di me pietà.
 Lena
 E chi t’ha detto che tu venghi qua?
 Pippo
 Non mi vuoi? Vado via.
 Berto
                                              Eh ragazzate!
795Resta, Pippo, ove sei; e voi mangiate. (Dà a ciascheduna qualche cosa da mangiare)
 Cecca
 Io certo mangierò.
 Berto
                                     Farò lo stesso.
 Cecca
 Con il mio Berto.
 Berto
                                  Alla mia Cecca appresso.
 Pippo
 Ah dov’è andato l’appetito mio?
 Lena
 Se non mangierai tu, mangierò io.
 Pippo
800Pazienza. (Piangendo)
 Lena
                      Sempre piange
 il caro bernardone.
 Pippo
 Piango per tua cagione,
 per la tua crudeltà.
 Lena
 (Povero Pippo mio, mi fa pietà). (Quasi piangendo)
 Cecca
805Che hai, Lena, che pare...
 Berto
 Vogliano lacrimare gli occhi tuoi?
 Lena
 Pianger? Pensate voi;
 rider mi fa costui, pazzo ch’egli è.
 Pippo
 Ora mi scannerei.
 Lena
                                    (Meschina me!)
 
 SCENA IX
 
 Il conte RIPOLI e detti
 
 il Conte
810Bella conversazione!
 Pippo
 Che vuol vossignoria?
 il Conte
 La padrona m’invia
 ad avvisar la Lena
 che andar debba da lei.
 Lena
815(Affé, che questa volta il manderei). (Da sé)
 Pippo
 Ci siete poi venuto a mio dispetto.
 il Conte
 Ehi portami rispetto;
 o ti discaccierò da queste porte,
 quando Lavinia sarà mia consorte.
 Pippo
820La volete sposar?
 il Conte
                                  Sì, temerario.
 Pippo
 Non ho niente in contrario.
 Lasciate star le pastorelle in pace
 e poi sposate chi vi par e piace.
 il Conte
 Non intendo oltraggiarle,
825non intendo levarle ai lor pastori;
 ma giust’è la beltà s’ami e s’onori.
 Pippo
 Come c’entrate voi?
 Vogliamo amarle ed onorarle noi.
 Lena
 (Questi è quel dell’anello). (Alla Cecca)
 Cecca
830(Uno anch’io ne vorrei). (Alla Lena)
 Lena
 (Se me ne desse un altro, il piglierei). (Alla Cecca)
 Cecca
 Serva del signor conte,
 bevo alla sua salute.
 il Conte
                                       Entro a quel vino
 scenda cieco bambino;
835scenda dal terzo cielo il dio d’amore
 ad infiammarvi, pastorella, il core.
 Berto
 Anch’io vuo’ fare un brindisi.
 Viva, signor, la sua caricatura. (Al conte)
 Pippo
 E viva il suo valor, la sua bravura.
 il Conte
840Grazie rendo ad entrambi. Il ciel vi guardi
 da ogni mal, dai nemici e dall’inopia
 e doni a tutti due la cornucopia.
 Lena
 Amici, con licenza.
 Restate, io vado via. (S’alza)
 Pippo
845Dove si va? (Alla Lena)
 Lena
                         Dalla padrona mia. (Rusticamente)
 Pippo
 (Ah! Non mi può veder). (Da sé)
 Lena
                                                 Prima ch’io vada,
 vuo’ far col signor conte il dover mio;
 ed un brindisi a lui vuo’ far anch’io.
 il Conte
 L’averò per onore.
 Pippo
                                    Eh lascia stare... (Alla Lena)
 Lena
850Tu non c’entri. (Lo voglio tormentare). (Da sé)
 Dammi da bere. (A Berto)
 Berto
                                  Prendi. Ma il tuo Pippo
 non lo trattar sì male, poveraccio.
 Lena
 Eh! Signor conte, un brindisi gli faccio.
 
    Con questo buon bicchiere
855di vin che piace a me
 m’inchino al cavaliere
 e so ben io perché.
 
    Di Berto alla salute
 ancor io beverò
860e di Cecchina ancora
 ma di quell’altro no.
 
    Io bevo alla salute
 di chi vuol bene a me.
 Chi mi vuol bene e viva,
865se qui nessun ce n’è. (Parte)
 
 il Conte
 Viva, viva, a dispetto
 di chi non vuole, il suo bel cor son io.
 E quel brindisi caro è tutto mio. (Parte)
 
 SCENA X
 
 PIPPO, BERTO e CECCHINA
 
 Pippo
 Addio, Berto; Cecchina, addio anche tu.
870Sì vado via; non ci vedremo più.
 Cecca
 Dove vai, poverin?
 Berto
                                     Povero Pippo!
 Per cagion della Lena
 so che dici così;
 ma via non anderai; resterai qui.
 Pippo
875No, non ci vuo’ restare;
 via di qua voglio andare.
 Per il mondo anderò da pellegrino.
 Cecca
 Poverin!
 Berto
                   Poverino!
 Lascia questa bestial malinconia.
 Cecca
880Non disperar così.
 Pippo
                                    Voglio andar via.
 Berto
 Tu credi che la Lena
 non ti voglia, t’abborra e ti abbia in ira
 ed io so che per te tace e sospira.
 Pippo
 No, che non v’è speranza;
885la Lena è una cagnaccia;
 la Lena è un’assassina.
 Addio, Berto mio caro, addio Cecchina.
 Cecca
 Fermati. Caro Berto,
 non lo lasciar andar.
 Berto
                                        Fermati, Pippo.
890Sentimi e ad un amico
 credi; so quel ch’io dico.
 La Lena ti vuol ben; lo so di certo.
 Quando parlai d’Elisa,
 la vidi a venir rossa;
895se la vuoi guadagnar quest’è la via.
 Diamole un pocolin di gelosia.
 Pippo
 Io non so far.
 Cecca
                           T’insegneremo noi.
 Berto
 Non dubitar.
 Pippo
                           Mi raccomando a voi.
 Berto
 Or m’è venuto in mente
900una burla graziosa
 per rendere gelosa la tua bella
 e farla divenir come un’agnella.
 Cecca
 Dimela, Berto.
 Berto
                              Non l’hai da sapere,
 che le donne non possono tacere.
 Pippo
905Dilla a me.
 Berto
                       No, né meno.
 Voglio che la vi giunga all’improviso.
 Una burla sarà degna di riso.
 Consolati, sta’ lieto,
 tu colla Lena ed io colla mia Cecca
910staremo dolcemente in compagnia;
 le feste in allegria
 a ballare, a cantare andremo al fonte,
 saltare al piano e sdrucciolar dal monte.
 
    Colle belle pastorelle
915ci potremo consolar.
 Ce n’andremo, ci uniremo
 per cantare e per ballar.
 
    E poi senti che bel gioco
 che fra noi s’avrà da far.
920Con il ghiaccio saliremo
 sopra un monte in compagnia;
 su due tavole sederemo
 colla Lena e Cecca mia.
 
    Taratapete, tapete, tu;
925come il vento si tombola giù. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 PIPPO e la CECCA
 
 Cecca
 Oh Pippo, che bel gioco!
 Pippo
                                               È un bel piacere
 godere il fresco e rompersi il sedere.
 Cecca
 Per dir la verità,
 anche a me questo gioco
930credo piacerà poco. Sarà meglio,
 se a te la compagnia noia non reca,
 giocare al gioco della gatta cieca.
 Pippo
 Io non so cosa sia.
 Cecca
                                    Non hai veduto
 tante volte nel prato
935un pastorel bendato
 correre qua e là, pigliar, fuggire?
 Pippo
 Non l’ho veduto mai.
 Cecca
                                         Stammi a sentire.
 
    Si lascia da una bella
 un pastorel bendar;
940e poi la pastorella
 procura di pigliar.
 
    Si lascia circondar,
 si lascia beffeggiar;
 attento se ne va
945bendato qua e là;
 
    se alcuna s’avvicina
 procura di pigliar;
 e quando l’indovina
 la bella fa bendar.
 
 SCENA XII
 
 PIPPO, poi il conte RIPOLI
 
 Pippo
950Oh questo è un giocolino
 che volentieri farei;
 se potessi, la Lena io piglierei.
 il Conte
 (Ancora qui costui?) (Da sé)
 Pippo
                                         (Eccolo qui.
 Io gli rompo la testa in qualche dì). (Da sé)
 il Conte
955Tu, che ami la Lena,
 sai che cosa c’è di nuovo?
 Pippo
                                                 E cosa mai?
 il Conte
 C’è che tu non l’avrai.
 Pippo
                                          Se non l’avrò,
 chi ne sarà cagione
 proverà che sa fare il mio bastone.
 il Conte
960Amico, io non vuo’ farmi
 odioso teco e vuo’ giustificarmi.
 Sappi, e vado via subito,
 sappi che la padrona ha comandato
 che la Lena si sposi
965senza pensarvi più;
 e lo sposo esser deve o Silvio o tu.
 Pippo
 O Silvio o io? Seguite,
 che ha risposto colei?
 il Conte
 Eccola. Il resto lo saprai da lei. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 PIPPO e la LENA
 
 Pippo
970Lena mia, Lena mia, parla, è egli vero
 che dei tra Silvio e me
 sceglier oggi lo sposo?
 Lena
                                           Così è.
 Pippo
 Silvio tu sceglierai?
 Lena
                                       Silvio per dirla
 non mi piace gran cosa;
975e poi, per quel che sento dalla gente,
 è un povero pastor che non ha niente.
 Pippo
 Posso dunque sperare
 che tu, cara, sii mia?
 Lena
                                         Lasciami stare.
 Pippo
 Che ha detto la padrona?
 Lena
                                                Ha comandato
980ch’io dica di voi due chi prenderò.
 Pippo
 E la Lena che dice?
 Lena
                                      Io non lo so.
 Pippo
 Bene, quando è così, vado io stesso
 dalla padrona adesso
 a dir che non mi vuoi,
985che di Silvio sarai sposa diletta.
 Ti vado a rinonziar.
 Lena
                                       No, Pippo, aspetta.
 Pippo
 Cagna, mi vuoi lasciar!
 Lena
                                             Pippo... non so.
 Pippo
 Cara, mi prenderai?
 Lena
                                        Ti prenderò. (Fugge via vergognandosi)
 
 SCENA XIV
 
 PIPPO solo
 
 Pippo
 Mi prenderà. L’ha detto, e viva, e viva.
990Chi di me più contento
 al mondo si può dare.
 Chi mi può pareggiare in questo dì.
 La mia Lena alla fin detto ha di sì.
 Quando Berto il saprà,
995contento anch’ei sarà. Non v’è bisogno
 di darle gelosia.
 Sono contento alfin; la Lena è mia.
 
    Lenina bellina
 m’ha detto di sì.
1000Amore nel core
 mi sbalza così.
 
    Son come l’agnello
 che vede l’agnella;
 son come il rondone
1005con la rondinella.
 Mi par di sentirla
 nel prato belar;
 mi par di vederla,
 mi par di volar.
 
1010   Saltando, volando
 la voglio pigliar. (Parte)
 
 SCENA XV
 
 Campagna con casa rustica e cortile per i lavoratori della cascina.
 
 La CECCA, poi PIPPO, poi la LENA
 
 Cecca
 Berto mio non si vede. Io non so mai
 dove lo disgraziato
 possa essere andato. In questo giorno,
1015in cui le nostre nozze
 ci dovrebbono dar letizia tanta,
 non si vede venir? Così mi pianta?
 Or sento che la Lena
 siasi già accomodata
1020di prendere il suo Pippo e non vorrei
 ch’io mi avessi a sposar dopo di lei.
 Pippo
 Cecca, mia bella Cecca,
 l’hai saputa la nuova?
 Cecca
                                          L’ho saputa,
 me l’ha detta la Lena
1025giusto in questo momento.
 Pippo
 Non ti posso spiegare il mio contento.
 La ragazza dov’è?
 Cecca
                                   Nella capanna,
 che di nastri s’adorna il cappellino.
 Eccola, Pippo, col suo chittarino.
 Pippo
1030Sa suonar, sa cantar; fa tutto bene.
 Cecca
 Si sposeranno e Berto mio non viene.
 Lena (Accompagnandosi col mandorlino)
 
    Bella figlia che sei da marito
 bada bene che il tempo sen va,
 se la sorte ti manda l’invito,
1035non sprezzare quel ben che ti fa.
 
    Si suol coll’età
 smarrir la beltà;
 bada bene che il tempo sen va.
 
 Pippo
 Brava la Lena mia.
 Cecca
                                     Brava, davvero.
 Pippo
1040Ma Berto ove si trova?
 Perché non viene a parte
 dell’allegrezza mia?
 Cecca
 Non so dir dove sia.
 Da quella volta in qua non l’ho veduto.
 Pippo
1045Mi maraviglio che non sia venuto.
 
 SCENA XVI
 
 Il conte RIPOLI e detti, indi BERTO in abito di pastorella
 
 il Conte
 Animo, buona gente,
 che si stia allegramente.
 Vuol la signora vostra
 che segua della Lena il matrimonio.
1050Son venuto ancor io per testimonio.
 Pippo
 Via, spicciamoci dunque;
 e diamoci la mano.
 il Conte
 Amico, mi consolo.
 Di voi, della consorte
1055essere mi esibisco il protettore. (A Pippo)
 Pippo
 Obbligato, signor, del suo favore.
 A voi domando scusa,
 la protezione fra di noi non si usa.
 il Conte
 Dite, ragazza bella;
1060se vi servo, sarò da voi gradito? (Alla Lena)
 Lena
 Io mi farò servir da mio marito.
 il Conte
 E voi sarete, o bella,
 grata, se vuo’ servirvi, un poco più? (A Cecca)
 Cecca
 Tenetevi la vostra servitù.
 il Conte
1065Se nessuna mi vuole,
 non me n’importa niente;
 tant’e tanto staremo allegramente.
 Io son così; procuro,
 tento, provo, m’avanzo e parlo e dico;
1070ma alfine poi non me n’importa un fico.
 Maritatevi presto.
 Fatelo in faccia mia
 che ho piacere di stare in allegria.
 Pippo
 
    Lena mia, dammi la mano;
1075non mi far più sospirar.
 
 Lena
 
    Signor no, che la mia mano
 non l’avete da toccar.
 
 il Conte, Cecca a due
 
    Tal riguardo sarà vano,
 se vi avete da sposar.
 
 Cecca
 
1080   Porgi qui la mano a me. (Alla Lena)
 
 il Conte
 
 Porgi a me la mano qui. (A Pippo)
 
 Cecca, il Conte a due
 
    E così s’unirà.
 Pippo a te. Lena a te.
 
 Pippo, Lena a due
 
 Fuor di me son io già.
 
 Cecca, il Conte a due
 
1085Che si fa? Come va?
 
 a quattro
 
    Viva l’amore,
 viva l’ardore,
 vera del core
 felicità.
 
 Berto (In abito di pastorella affettando voce di donna)
 
1090   Pippo caro, Pippo bello,
 del mio core ladroncello,
 dell’Elisa abbi pietà.
 
 Lena
 
    Ah disgraziata! (A Berto)
 
 Pippo
 
                                   Non la conosco.
 
 Lena
 
 Sono ingannata.
 
 Cecca, il Conte a due
 
                                 Cosa sarà?
 
 Berto
 
1095   Tu mi fuggi, tu mi sprezzi;
 ma saprò con i miei vezzi
 superar la crudeltà.
 
 Lena
 
    Oh che sfacciata!
 
 Pippo
 
                                     Non so chi sia.
 
 Lena
 
 Son sassinata.
 
 Cecca, il Conte a due
 
                             Cosa sarà?
 
 Lena
 
1100   Va’ via; più non ti voglio.
 Briccon, va’ via di qua.
 
 Berto
 
    Se non lo vuole la Lena,
 l’Elisa il prenderà.
 
 Pippo
 
    Va’ via, che non ti voglio. (A Berto)
1105Mia cara. (Alla Lena)
 
 Lena
 
                      Via di qua.
 
 a cinque
 
    Oh che sorpresa è questa,
 che brutta novità.
 
 Lena
 
    Maledetta! (A Berto)
 
 Berto
 
                           (Se lo crede). (Da sé nella sua voce)
 
 Pippo
 
 Disgraziata! (A Berto)
 
 Berto
 
                           (Non s’avvede). (Come sopra)
1110Al mio Pippo voglio certo
 mantener la fedeltà.
 
 Lena, Pippo a due
 
    Che tormento che mi sento,
 che martire che mi dà.
 
 Cecca, il Conte a due
 
    È una cosa portentosa
1115che capire non si sa.
 
 Berto
 
 Bel contento che mi dà.
 
 Fine dell’atto secondo